Castelli Romani la culla della viticoltura tra laghi e vulcani.

Il territorio dei Castelli Romani è uno degli areali più vocati per la Viticoltura e la produzione di vino di qualità. Qui la vite trova il suo habitat naturale e già prima dei Romani, nel 753 a.c., veniva abilmente coltivata tra olivi, olmi e ciliegi.

Il territorio dei Castelli Romani nasce dal crollo del Vulcano Laziale, avvenuto alcune centinaia di migliaia di anni fa. L’intera area della cintura interna dei Castelli era la bocca principale del Vulcano Laziale che collassando diede origine a varie bocche secondarie, di cui la più importante era l’attuale Monte Cavo.

Un territorio vulcanico, come quello dei Castelli Romani, è un terreno vigoroso e fertile in quanto giovane, vergine, e poco sfruttato, ricco di minerali, su tutti il potassio, e povero di calcio e di calcare attivo. A questa fertilità occorre aggiungere un ulteriore elemento di vigoria che è la presenza di acqua nel sottosuolo. Questa buona disponibilità di acqua fa si che i terreni dei vigneti non soffrono di stress idrico ed è anzi nelle annate più calde che assistiamo alle produzioni di maggiore qualità.

Le colline sono da sempre un territorio ideale per la viticoltura ed il Lazio è rappresentato per il 55% da suoli collinari di natura vulcanica. La pianura rappresenta il 20% e si concentra lungo la costa, nelle province di Latina e Roma. La montagna, che si trova all’interno della regione, rappresenta il restante 25% del territorio regionale.

La storia

La produzione del Lazio ruota per la quasi totalità intorno a due distretti vitivinicoli: i Castelli Romani e il viterbese, o meglio la Tuscia. I Castelli Romani rappresentano un gigantesco corpo compatto, un’estesa area collinare a sud-est di Roma, costellata dai laghi di Nemi e di Albano.

All’interno di quest’area esistono numerose denominazioni di origine tra cui Frascati, Marino, Colli Albani, Velletri, Colli lanuvini e molte altre ma nel 1996 l’intera area è diventata a sua volta una denominazione di origine: il Castelli Romani.

Il nome risale al Trecento e deriva dall’originario insediamento di strutture difensive, poi via via trasformate in dimore e ville. I primi insediamenti si devono alle difficoltà economiche ed al clima politico provocati dalla Cattività avignonese, cioè il trasferimento del papato da Roma ad Avignone dal 1309 al 1377.

Molti romani si spostano, quindi, dalla città verso la campagna, fino ad allora destinata alla caccia, nelle tenute dei Nobili Annibaldi, Orsini e Colonna.

I vini del
vulcano laziale

Il Lazio è la terza regione per numero di DOC contando su un totale di 3 DOCG, 27 DOC, e 6 IGT.

Le varietà autoctone sono numerose, tra le più importanti ricordiamo la Malvasia del Lazio, il Trebbiano verde e giallo, il Bellone, il Bombino o Bonvino, l’Aleatico di Gradoli, il Cesanese comune e di Affile, il Cacchione, la Passerina, il Nero buono di Cori e molti altri. Accanto a queste varietà hanno trovato un luogo particolarmente ospitale altre varietà, talvolta ottenendo risultati persino superiori rispetto agli areali di origine. Ci riferiamo ad esempio al Merlot, al Syrah, al Viognier, al Vermentino, al Grechetto, al Petit verdot e molti altri.

I vini che si producono in questo areale, grazie alla combinazione tra le caratteristiche pedologiche e quelle climatiche, sono spesso complessi e tipici. Per quanto riguarda i vini bianchi, troviamo essenzialmente delle note di fiori e frutti freschi, la mineralità olfattiva è tipica e rappresenta il risultato di quei suoli così particolari che caratterizzano il territorio. Il sapore è essenzialmente sapido, moderatamente acido e spesso si conclude con note amare, tipiche delle varietà presenti ed impiegate.

I vini rossi sono caratterizzati da pigmenti particolarmente intensi, profondi e sostenuti, specie nelle aree più collinari. Il profumo è quello di una frutta rossa fresca e matura, a condizione che si presti particolare attenzione all’inizio della raccolta, altrimenti si potrebbe virare su note più cotte e mature. I tannini non sono mai astringenti ma sempre morbidi e suadenti, anche in virtù delle deboli acidità delle uve.

I vini Gotto d’oro nascono dal terreno dei Castelli Romani e della tenacia dei nostri soci che ancora oggi, dopo più di 75 anni, continuano a coltivare i loro vigneti, tramandati di generazioni in generazioni,  rendendo possibile il protendersi di 8 milioni di mani che ogni anno scelgono i vini della cantina.

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