Grappa Morbida: Piacere Gentile, ma Possibile

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L’avvicinarsi della stagione invernale richiama alla mente i sapori più antichi da consumare al chiuso tra amici. Pasti spesso intensi, ricchi e capaci, a seconda delle zone nelle quali ci si trova, di contrastare il rigore climatico della stagione più fredda.

Benefica e nobile conclusione, per queste tavolate, è da sempre la grappa, il distillato italiano per eccellenza, capace di raccontare le storie più nascoste delle nostre cantine.

Esauriti, infatti, i ritmi di lavoro intenso che, con la vendemmia, godono degli ultimi caldi dell’estate e fanno da apripista all’autunno, le uve non hanno ancora concluso la loro vita produttiva. Quello che resta, infatti, ovvero le cosiddette “vinacce”, rappresentano l’origine, la virtù originale di quella che potrebbe essere una buona grappa.

Molto, tuttavia, dipenderà dall’abilità del mastro distillatore che, nel corso della particolare lavorazione, potrà fare la differenza, anzitutto, sul livello di gradazione alcolica che dipende dal livello di fermentazione degli zuccheri presenti all’interno delle vinacce e prima ancora dal tipo di lavorazione.

Cos’è la Grappa Morbida

C’è da dire che non esiste una classificazione ufficiale ma una sorta di carta d’identità del prodotto, redatta dall’Associazione dei degustatori di Grappa, l’ANAG.

È certamente capitato a tutti di sentir parlare di grappe aromatiche, oppure giovani, stravecchie o invecchiate, aromatizzate o addirittura barricate. Sono tutte caratteristiche che in qualche modo vengono dopo la caratterizzazione principale. Quella che distingue i distillati in morbidi o duri.

In tal senso si può ben dire che il carattere morbido viene in genere associato a grappe che non risultino aggressive alla lingua e al palato. La Grappa Morbida che solitamente viene presa come paradigma è, in tal senso, quella ottenuta dal vino moscato che presenta note dolci e assolutamente gradevoli al palato.

È chiaro, quindi, che la grappa morbida terrà insieme all’armonia del sapore, la leggerezza e una dolcezza tipica che si può caratterizzare quasi come retrogusto del prodotto.

Saranno quindi importanti a definire meglio il prodotto finale: il grado di maturazione, la conservazione dopo l’affinamento, la tipologia di distillazione così come gli aromi che saranno utilizzati e aggiunti nel prodotto durante il periodo di invecchiamento.

Grappa Morbida: le Migliori e Più Note

Facciamo un veloce excursus sulle migliori e più note grappe morbide che nascono per lo più dai vini bianchi tipici dell’Italia settentrionale: la grappa riserva di Barolo 5 anni che nasce da vinacce di Nebbiolo prima di essere custodita in botti di rovere.

Dal barbera piemontese si ottiene la riserva botti da Sherry. Un prodotto quasi liquoroso con la persistenza che deriva proprio dallo Sherry.

Tra le migliori e più note grappe morbide c’è sicuramente quella ottenuta, come si diceva, proprio dal moscato chiamata Bric del Gaian di Berta. Caratterizzata da un lungo invecchiamento, tra gli 8 e i 10 anni.

Dal Veneto arriva la pregiata Cleopatra Moscato d’oro che si ottiene da due rinomati vitigni aromatici: il Moscato Fior d’Arancio e Moscato Bianco dei Colli Euganei, mentre la grappa di moscato giallo è di origine trentina.

Si può dunque considerare al pari di un vero preziosismo la grappa Anfora, ottenuta da vitigni di Teroldego, Chardonnay, Muller Thurgau, Merlot e Moscato.

La Grappa dei Castelli Romani: Bianca e Morbida per Eccellenza

Tra le grappe bianche che possono essere considerate morbide c’è certamente quella più nota nel territorio dei Colli Albani: la nostra grappa bianca dei Castelli Romani.

Nata con la scelta di utilizzare completamente i prodotti delle nostre terre (peraltro anche in nome di quella che era e resta una antica  tradizione dei viticoltori dei Castelli Romani), così abbiamo trovato la formula aurea per ottenere il miglior prodotto possibile: una grappa di gusto morbido ma deciso la cui fragranza ricorda i frutti maturi coltivati nello splendido clima dell’area romana caratterizzata da zone collinari esposte a sud-ovest di Roma comprese fra i 250 ed i 350 metri sul livello del mare.

Un clima temperato che sembra ripresentarsi al gusto del bevitore che apprezzerà il sapore secco e pulito, trasparente come la caratteristica visiva del distillato che noi di Gotto d’oro distribuiamo in bottiglie da 0,700 litri, ne consigliamo il servizio ad una temperatura tra gli 8 e i 12 gradi, meglio se, come detto, a fine pasto, accompagnato da un tocco di cioccolato fondente da assaggiare mente si sorseggia dai caratteristici bicchieri stone fruit, solitamente indicati proprio per degustare la grappa.