Se la letteratura ci propone storie e racconti su santi bevitori, in enoteca forse con meno poesia ma la medesima prosa e sicuramente anche un po’ più di gusto (da scoprire) non è infrequente assistere ad assaggi o, per meglio dire, degustazioni alla cieca. Qualcosa che, già solo dalla definizione, un po’ di curiosità la mette. Cerchiamo allora di capire, nel migliore e più semplice dei modi possibili, di cosa in realtà si tratti.

È bene ricordare, infatti, che la degustazione, se parliamo di enologia, non è da intendersi come il semplice assaggio ma come un processo finalizzato all’individuazione, da parte di una persona competente in materia dei caratteri organolettici, particolarità, virtù ed eventuali vizi di un vino. Tra queste appunto la degustazione alla cieca risulta essere sicuramente la più particolare.

Degustazione Alla Cieca: Come si Fa

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Anzitutto è bene precisare che ad essere bendato non è il degustatore ma la bottiglia del vino che si vorrà testare di cui l’assaggiatore non avrà prima alcun tipo di informazione. La caratteristica che rende questo tipo di degustazione ancor più affascinante deriva dal fatto che non prevede alcun tipo di comparazione possibile.

Per dirla all’americana, è una degustazione “one shot”. A botta secca. Per cui l’assaggiatore che si sottopone a questo tipo di prova dovrà essere davvero saldamente padrone delle proprie conoscenze nel campo. Paradossalmente, infatti, l’assaggio di un numero maggiore di tipologie, oltre a favorire il confronto, aiuta anche la memoria gustativa del degustatore.

Oltre il Velo: L’Essenza Pratica della Degustazione Alla Cieca

Al di là del fatto che in realtà (anche se non è così frequente) la degustazione alla cieca può essere agevolata da una comparazione tra più bottiglie (tutte ovviamente bendate), c’è da dire che, uscendo dal mood scherzoso, l’esigenza che porta un enologo a sperimentare la degustazione alla cieca è di tipo meramente pratico e serve a evitare ogni possibile tipo di condizionamento. Non ci saranno dunque bottiglie, etichette, marchi ed eventuali packaging a condizionare la papilla gustativa di chi è deputato a scegliere.

In tal senso, tutto ciò a maggior ragione dovrebbe avvenire, così come avviene, allorquando si tengono le sedute per l’assegnazione dei riconoscimenti.

Degustazione alla Cieca: La Vista Può Aiutare

L’osservazione, di solito concessa anche in una cosiddetta degustazione alla cieca può essere davvero un ottimo primo viatico per orientare il degustatore verso la risposta più giusta.

Se, infatti, Merlot e Montepulciano presenteranno un colore rosso rubino intenso, un Pinot Nero si connoterà per la medesima tonalità ma risulterà un po’ più tenue se non addirittura trasparente.

La colorazione, inoltre, può essere spesso un ottimo indice di valutazione che naturalmente varrà anche per i vini bianchi e rosati. Se, infatti un vino bianco tende al verdognolo, va da sé che ci troviamo di fronte a un prodotto giovane. Un rosato dalla colorazione più intensa ci dice da sé che il prodotto è maggiormente invecchiato.

Origini del Vino: Cosa Dice il Naso del Degustatore

Un vino profuma più o meno intensamente a seconda, ad esempio, della zona d’origine. Per cui una attenta valutazione del profumo del vino ci potrà rilevare l’uva e dove essa è stata coltivata (profumo primario).

I profumi secondari rivelano la fase alcolica e i profumi terziari ci dicono in che modo e talvolta per quanto tempo il vino sia stato affinato, ad esempio, nella botte di legno.

Gusto: Il Rivelatore Finale

Il gusto, da ultimo, attraverso la tannicità per i vini rossi o l’acidità per i vini bianchi indicheranno le caratteristiche principali del prodotto che il degustatore andrà ad assaggiare. 

Degustazione alla Cieca: I Casi Più Estremi

Abbiamo detto che ad essere bendate sono solo le bottiglie. In genere in effetti è così. Tuttavia, nelle competizioni più agguerrite tra sommelier può capitare non di rado che, un po’ per scena, un po’ per rendere ancor più avvincente e complicata la gara, verrà inibita anche la vista all’assaggiatore che in tal modo, oltre a non avere riferimenti legati al produttore, non saprà prima nemmeno se le sue labbra e il suo palato saranno entrate in contatto con un vino rosso o con un vino bianco.

E in più di qualche occasione, leggenda vuole, sia capitato addirittura che il degustatore – evidentemente non provetto – non riuscisse a riconoscere neppure la differenza più macroscopica di un vino: se si trattasse di un vino bianco oppure di un rosso.